Recentemente, sulle colonne di un quotidiano locale, è stato  annunciato l’avvio presso il commissariato di p.s. di cortina d’ampezzo del servizio di pattugliamento dei sentieri e delle piste ciclopedonali attraverso le e-bike, condotte da operatori di polizia specializzati.
Una particolare forma di controllo del territorio che non è inedita, in quanto proposta per la prima volta nel 2019 e che, come spesso accade per i servizi di prossimità, ha dato positivi riscontri in termini di prevenzione dei reati.
Oggi come allora, tuttavia, intendiamo porre in evidenza come queste iniziative non siano comunque in grado di sopperire alla cronica carenza di personale che affligge alcuni uffici di polizia in provincia, e degli effetti che questi deficit hanno sotto i profili della sicurezza e dell’ordine pubblico e adesso, come mai in passato, sul regolaredeflusso veicolare della viabilità ordinaria stante la grave condizione di risorse umane in cui versa la polizia stradale.
E questo nonostante la consapevolezza delle criticità derivante dalla fragilità del sistema viario provinciale e della forte esposizione per l’ordine e sicurezza pubblica derivante dalla moltiplicazione delle presenze turistiche nei nostri comprensori dolomitici.
Una situazione che il siulp bellunese ha costantemente denunciato attraverso la redazione periodica di note indirizzate al dipartimento e alle competenti autorita’, senza tuttavia essere riusciti a spostare gli equilibri in termini di assegnazione di risorse umane.
Gli investimenti tecnologici fatti sui sistemi di videoripresa dei varchi di accesso alla provincia, e delle più importanti vie di comunicazioni (annunciati in prefettura qualche settimana fa), poco possono in caso di dissesti idrogeologici, nei confronti dei massicci esodi turistici che si palesano ogni fine settimana così come l’assalto dei passi dolomitici, se a monte non c’è il materiale umano, l’occhio e la mano del poliziotto, che monitora, vaglia, elabora.
Ben vengano tutte le iniziative che consentono di implementare la prevenzione, ma è necessario che ci sia comunque un apparato in grado di offrire, all’occorrenza, una pronta risposta dello stato per garantire la legalità, la tutela delle vittime e, più in generale, il quieto vivere sociale.
E’ cronaca recentissima lo scontro tra “giovani” avvenuto nelle vicinanze del lago di garda. belluno e cortina d’ampezzo hanno pagato pegno lo scorso inverno per quegli effetti collaterali che la movida comporta, specie se accompagnata da uno smodato consumo di alcolici.
Atti di vera e propria guerriglia urbana che necessitano un complesso di interventi contenitivi quali alcune mirate prescrizioni amministrative (che limitino ad esempio la somministrazione di bevande alcooliche) ma che devono essere necessariamente associate ad un apparato di sicurezza adeguato ad affrontare tali situazioni.cortina, come si diceva, non è immune da tali fenomeni che si verificano in concomitanza ai massicci afflussi turistici, siano essi invernali che estivi. nondimeno, nel capoluogo, scorribande di giovani più o meno organizzati che si aggregano senza riferimenti, ma anche senza remore nel violare le basilari regole di educazione e rispetto tanto delle persone quanto del bene comune.tanto delle persone quanto del bene comune.
Ed è su tale versante che dobbiamo sottolineare la colpevole assenza degli apparati centrali della p.s.: anche quest’anno, infatti, il piano di potenziamento estivo per gli uffici di polizia delle località turistiche, diramato il 25 maggio u.s., non ha previsto alcuna unità per belluno o cortina e tantomeno per la polizia stradale.
Aspettiamoci quindi, e salvo auspicati ravvedimenti, una difficilissima stagione estiva.
Confidiamo che la “sicurezza” della quale si è fatto gran discutere anche in questa tornata elettorale per le amministrative, non rimanga un mero argomento propagandistico, spesso strumentale, ma diventi patrimonio e volontà comuni che si traducano in concrete compensazioni per gli uffici bellunesi.